20240920 1953170A poche ore l’uno dall’altro ho visto sparire due figure che mi hanno accompagnato dagli anni 90.

Schillaci giovane, Valter più grande ma tutti e due circondati da tanto affetto e riconoscenza.

Caro Valter, queste righe avrei voluto leggerle in chiesa, ma in vecchiaia mi commuovo facilmente e avrei fatto una pessima scena che non ti meriti.

Caro Valter al tuo ultimo incontro con chi restava, si è iniziato con il dolore per concludere la cerimonia con un velo di serenità in tutti quelli che hanno avuto la fortuna di conoscerti per apprezzarti.

Tuo nipote Andrea ha detto che sei il re del compromesso: per me più che di compromessi tu sei il re del saper vivere al di la delle persone e delle situazioni incontrate. Sei riuscito a coinvolgere nel tuo ideale di famiglia tutti quelli che ti sono stati vicino: il risultato al di la degli eventi è sotto gli occhi di tutti, una famiglia unita, una moglie Maria, che se anche la malattia le ha rubato il suo essere leonessa, ti ha seguito concordando le scelte che ti hanno portato due figlie e tanti nipoti che ti amano veramente.

Caro Valter, anche al di fuori della famiglia eri coinvolgente, univi tutti alla risata, allo stare insieme; non posso dimenticare quando al campeggio pur “dirigendo” 3 nipoti, molto spesso la Leonessa invitava tutti o a pranzo o a mangiare i famosi bomboloni di casa Romani. Alla fine anche la leonessa era stanchissima ma felice di vederci tutti insieme.

Come dimenticare le generazioni di bimbi che hai accudito come fossero tuoi figli… ancora in campeggio ricordo eri il riferimento di tutti i ragazzini che con la bicicletta ti riempivano oltremodo di lavoro, tra catene che saltavano, gomme bucate, freni che non funzionavano. Un giorno chiesi "chi te lo fa fare?", e per risposta tu arrabbiato, non inveivi contro nessuno e te la prendevi “co sti cavolo di cinesi” che facevano della camere d’aria che non si facevano incollare!

Caro Valter, come non ricordare i tuoi insegnamenti ad andare in bici ai bimbi, in primis  Simone: dovrei essere contrariato da non esserci riuscito io, ma sono fiero che a farlo sia stato prorpio te!

Caro Valter come dimenticare le interminabili partite a bocce, per altro le uniche della mia vita, dove tra una battuta e l’altra l’abbronzatura aumentava esponenzialmente.

Altro tuo dono era l’umiltà che ti aiutava a immergerti nelle situazioni altrui per portare un sorriso e una soluzione.

Caro Valter e caro Schillaci, tutti e due siete partiti circondati d’affetto, e questo dovrebbe essere auspicabile per tutti noi che, nostro malgrado, siamo in fila per raggiungervi. Con affetto Pino