Simone

  • 2017 sei nazioni per molto?

    Si è celebrata la seconda giornata del torneo di rugby  europeo più importante.  Come ogni anno, si celebrano le crescite delle altre nazionali, mentre per la nostra si celebra sempre più l'amarezza del lavoro non completo. Sapere cosa ancora manca ai nostri atleti non è dato di sapere, ognuno ha le proprio idee in merito, fermo restando le sconfitte di volta in volta sempre più cocenti collezionate. Siamo migliorati in difesa, ma non siamo capaci a produrre gioco offensivo, in mischia non siamo più leader anzi, abbiamo trovato il calciatore ma poi non calciamo...questa almeno la mia analisi, impietosa se vogliamo, che va a a ferire le parole profuse dal capitano e dall'entourage azzurro. Non è certo mia intenzione ferire alcuno, ma i risultati del tabellone parlano da sole a dispetto di un tour mondiale e dai test macht di novembre, dove sembrava aver celebrato la definitiva crescita azzurra. Così non mi sembra essere: le vittorie su RSA e Canada hanno illuso la platea regalandoci sì delle gioie immense ma che ormai abbiamo dimenticato dopo i 60 punti rifilateci dall'Irlanda sabato pomeriggio.  

    Si parla di torneo a due velocità, sembra quasi sentire parlare la Merkel, ma mi domando la frustrazione che si infligerebbe sia agli atleti che hanno pernmesso l'ingresso 17 anni fa nel prestigioso torneo che a quelli che  vi partecipano oggi dopo un mucchio di sacrifici. Certo una volta nel rugby si ventilava il professionismo, oggi sono tutti professionisti pagati il giusto e con i giusti onori. Non voglio dire che i soldi hanno affievolito la voglia di emergere e migliorare, ma vedo che al cambiare degli atleti, e dei tecnici molti volti rimangono invariati, così come le scelte effettuate dalla federazione dove nessuno paga per i mancati risultati.

    Questi dovrebbero essere frutto del lavoro svolto negli anni precedenti e qui mi sembra che non esista un anno zero. Si sono cacciati allenatori giunti alla ribalta per delle performance all'estero e qui in

    ...
  • Utlimi giorni

    Lisa Catia Simone

    E' l'ultimo dell'anno, un anno che mi ha regalato tante belle emozioni ma purtroppo la sua conclusione è di una tristezza indescrivibile. Lisa è alla fine della sua presenza tra noi: dopo averci accompagnato con discrezione per 12 anni, ha deciso di dire basta. Putroppo l'ultima parola credo che dovremmo dirla noi. Non ho parole per descrivere il momento che ci aspetta tra qualche ora. Approfitto di un articolo di SIMONE logo SIMONE Scrive su www.scritturamista.it che ieri mi faceva leggere. Ve lo propongo:

     
     

    Non avevo ancora tredici anni quando la portammo a casa in una scatola incastrata tra lo schienale del sedile davanti e la seduta di quello dietro. Era nera come la notte con la punta delle zampe arancioni come il legno delle vecchie radio. Non ho mai guardato la strada, seduto accanto a quella scatola, ci guardavo solo dentro con un sorriso inebetito. Era la mia prima conquista, era la prima volta che guardavo in faccia la felicità. Lei non capiva cosa stesse succedendo, ma le bastava che continuassi a guardarla e farle una carezza e a farmi mordere le dita con dei denti che erano spilli d’avorio. Alle donne in certi momenti bastano queste cose qui, me l’ha insegnato lei. Tredici anni li ho compiuti proprio qualche ora dopo che la portammo a casa. Avevo invitato a casa nuova tutti gli amici della terza media. C’era anche una ragazza che andava in primo. Grazie a Lisa che ha mangiato tutti i resti delle pizze nei cartoni che la potevano contenere, quella sera, quella ragazza l’ho

    ...
  • 7 Aprile 2017

    Per i poteri conferitemi dal Magnifico Rettore, dichiaro Simone Zivillica Dottore in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali con il punteggio di 110 al quale questa commissione aggiunge la LODE

    Dopo una quindicina di minuti di discussione questa è stata la conclusione della parte più difficile della giornata e degli ultimi 5 anni. Entrare nella sala della commissione, poi uscirne quasi stordito e feliceper festeggiare con Simone e i ragazzi… non ha prezzo

    Adesso inizia un nuovo corso di vita, fatto di mille opportunità e qualche treno… mi auguro Simone abbia la serenità e l’intelligenza di prendere al volo quella che più gli si addice.

    Il resto della giornata prosegue tra spuntini e vino, prima nel giardino dell’università, poi al ristorante col festeggiare il Dottore con gli amici e qualche parente.

    Gli ultimi cinque anni, non sono stati proprio una delizia, qualche sacrificio di troppo, salute non eccelsa, ma che ci fa?? La giornata di oggi, la felicità di Simone nell’aver raggiunto la sua ennesima meta ripagano di tutto.

    Mai avevo visto Simone così emozionato: quando a bordo campo lo salutavo in Nazionale U19, lui mi rispondeva con un cenno distratto come se fosse abituato a quella veste; oggi vestito bello come non mai, saltava e scalciava come un puledro alla festa del paese: finalmente l’emozione lo aveva attaccato!!