I giovani sono sempre stati giovani da sempre… tutti noi lo siamo stati e/o lo siamo ancora. Quello che cambia è il modo di essere e di vivere questa gioventù al cambiare delle generazioni e mi spiego.
Quando ero io giovine, ascoltavo i ricordi dei “vecchi” fatti di ristrettezze, di vita non proprio spensierata fatta di privazioni e lavoro da subito. La mia educazione fu improntata a questo, mai uno spreco, mai una variante imprevista insomma quasi “mai na gioia” come si dice in quel di Roma Sud.
La mia gioventù si è consumata tra un po’ di sport, un diploma (che i vecchi non avevano), un lavoro iniziato all’indomani del diploma, i primi soldini destinati al futuro con qualche, poche, variante ludica. Tornando indietro ripercorrerei gli stessi passi, soffermandomi magari in quegli episodi che, proprio per gioventù, non si sono vissuti appieno credendo nel domani splendente: oggi che tutto sommato lo splendore immaginato lo abbiamo vissuto ricordiamo quegli episodi giovanili, che li per li, abbiamo trascurato.
Oggi i giovani, sono più sicuri di se stessi, hanno più certezze, in qualche caso hanno meno voglia di mettersi in gioco aggratis (si dice cosi a Roma Sud). Quindi ecco sti ragazzi che affittano dall’altra parte del mondo macchine e case per visitare qualche città che personalmente ho visitato che ero già grandicello; oppure l’amico Mirko che mosso da una smania di conoscenza affitta insieme ad altri amici una barca per andare da Porto Santo Stefano all’Isola del Giglio: esperienza di mare? ZERO!!
Quello che ammiro in loro è questa determinazione a fare cose che sono di loro interesse… se usassero lo stesso impeto per altro sarebbero presidenti della Repubblica.
Certo la tecnologia li ha aiutati fornendo loro strumenti che noi sognavamo: siamo passati dai gettoni SIP allo smatphone, dalle biblioteche
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