ERDOGAN

  • Solo uno vince

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    Nella notte del 15 luglio scorso, le notizie di un colpo di stato in terra turca ha rimbalzato dapprima timidamente poi le notizie hanno assunto un carattere pesante denunciando l’occupazione della capitale per mano di militari che volevano ristabilire la democrazia nel paese. Ora, mai si è visto che i militari si preoccupino della democrazia soprattutto in una fase dove con il golpe si appropriano del potere, isolando le comunicazioni e occupando militarmente le città. A quel punto le notizie del presidente ERDOGAN erano confuse sino a che lui fa una video chiamata a un a giornalista che trasmette in diretta la chiamata stessa: il presidente si appellava alla popolazione per contrastare i militari vigliacchi e sovvertitori del suo potere. La gente a quel punto scende sulle piazze e aiutata dalla polizia locale contrasta i militari che dopo poco si arrendono. Nel frattempo il presidente salito sull’aereo presidenziale girava in giro per l’Europa in cerca d’asilo che però nessuno offriva. Dopo circa cinque ore l’aereo presidenziale atterrava a Istanbul  trovando la città e la nazione finalmente liberi

    All’indomani gli arresti degli oppositori contavano migliaia di prigionieri compresi una vasta porzione dei magistrati. Il pensiero mi va a molti anni fa quando Gorbaciov venne destituito da un colpo di stato, sedato da un Elsin rampante che scendeva in piazza e saliva sui carri armati degli oppositori. Anche qui, secondo me, in Turchia si è perpetrata la stessa strategia: con il colpo di stato così fatto lui è il solo vincitore che con un colpo di mano si è liberato di tutta la sua opposizione mettendo nel calderone addirittura tremila giudici. E’ chiaramente impossibile sapere come le cose sono andate, ma lo stato dei fatti è questo: le prigioni turche sono adesso sovraffollate di militari, civili e giudici a lui

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