DSCF2369NewYork, città da sempre desiderata visitare: desiderio soddisfatto grazie al “sacrificio” di Sara e Simone che si sono accollati due ignoranti funzionali al loro viaggio. Senza loro non sarei mai riuscito a fare questo viaggio, visto soprattutto la mia conoscenza minima della lingua inglese. Certo, è un viaggio che bisognerebbe fare almeno una volta nella vita, o come si dice una volta ogni morte di papa: non me voglia Francesco, del quale apprendiamo, con dispiacere, la sua dipartita il primo giorno di residenza newyorkese.
Il viaggio inizia la mattina con il carico dei bagagli, sempre troppi, un volo fino a Dublino, qui una sosta di circa 4 ore, poi un altro volo fino a NewYork JFK. Primo impatto del fuso orario: si arriva all’hotel dove alloggiamo al 24° piano, ci si sistema e dopo poco appuntamento nella hall con i nostri angeli guida. Si percorre la fifty avenue per arrivare a Times Square dove sembra che la vita e le persone non abbiano mai fine. Si rientra stanchi in hotel dandosi appuntamento l’indomani mattina verso le 8. Qui secondo impatto con il fuso orario. Ci si sveglia alle 3,30 e credendo all’orologio, penso subito di aver dormito troppo e di aver “bucato” l’appuntamento con gli angeli. Mi alzo come un furetto preoccupandomi del ritardo nei confronti dei ragazzi…l’orologio segnava si le 3,30 ma della mattina, fuori il cielo buio era lo sfondo dei grattacieli illuminati per il notturno. Ci si rimette a letto ancora stanchi ma quasi sazi del riposo e si aspettano le 7 dell’orologio…ancora la comprensione del fuso orario è lontano!!
Svolte le formalità igieniche si cerca di scendere nella sala colazione, e per farlo si deve fare la fila per prendere l’ascensore che pur essendocene due, godono di una folla di utenti che porta all’attesa media di 15minuti per poter scendere e affrontare la fila delle persone incolonnate per la colazione. Qui l’organizzazione è valida, e con poco tempo ci si accomoda al tavolo per consumare il primo caffè americano con toast marmellata e Murphy; tutto intorno a noi volano odori di uova strapazzate, uova sode, salsicce, bacon e ogni possibile cibo che per noi basterebbe per un lauto pranzo di lavoro.
Espletata la pratica mangereccia ecco che Sara prende le redini del gruppo, (le terrà con abnegazione sino all’ultimo !!) accompagnandolo per il tour cittadino fatto di metro, autobush e tanto, ma tanto cammino. Ci sentiamo protetti dalla sua persona, ci indica le cose da vedere e ci accompagna con ordine per la visita di tutti gli aspetti della città. Questa è varia, inimmaginabile anche se seguita negli anni in tutti i film. Rivedere di persona scorci e paesaggi già visti in film di Scorzese, Leone, Allen mi rallegra sino alla commozione: finalmente ci sono anche io. La città al cambiare del quartiere cambia completamente il suo aspetto, e qui Sara si è superata illustrandoci con la sua discrezione le variazioni aspettando di leggerci negli occhi il nostro felice stupore. La visione di posti come Chelsea Market, la stazione metro di Penn Station, la Central Station, Brooklin con il suo ponte, Harlem con la moschea storica di Malcom X, i lungo Hudson, la teleferica per arrivare a Roosvelt Island, i parchi Bryant, Washington Square Park, Central Park il Flatiron , East village, il Moma, il cimitero delle Torri con il suo museo, le automobili mostruosamente belle e esagerate, i camion mostruosi tirati a lucido nonostante facciano lo stesso lavoro che fanno da noi, i moli “Pier”, il negozio dell’NBA dove tutti si è tornati infanti nella ricerca della maglia, della tuta della scarpa che tanto “qui costa poco”!!!
Il tour, scandito da un mucchio di metri al giorno, ci ha permesso la visione dei vari aspetti della vita della città: qui ancora un grande grazie a Sara che pur conoscendo bene la città si è adoperata per farci vedere gli aspetti più veri oltre che a quelli turistici sacrificando forse la sua ricerca di posti nuovi da vedere. La compagnia è stata serena, la convivenza ottima dettata anche dal clima di festa e ferie che tutti cercavamo e devo dire abbiamo trovato. Neanche la stanchezza ha intaccato minimamente quest’atmosfera, e devo dire che gli arti propulsori in me gridavano “AIUTO”.
Ancora mille ringraziamenti agli angeli guida che ci hanno accompagnato in questa esperienza, è stato tutto bello e al di sopra di ogni possibile aspettativa.